Cambia il modo di lavorare, cambiano le relazioni di coppia.

Battiato cantava:

“e ti vengo a cercare

anche solo per vederti o parlare

perché ho bisogno della tua presenza

per capire meglio la mia essenza”

Siamo evolutivamente programmati per ricercare la vicinanza di qualcuno di importante per noi nei momenti in cui ci sentiamo turbati, stanchi e affaticati.

Questa ricerca di vicinanza nei primi anni di vita la vediamo nell’interazione tra il bambino e le figure di riferimento, ma poi crescendo la ritroviamo nei legami di coppia. In psicologia questa dinamica va sotto il nome di attaccamento.

Prima che l’attaccamento entrasse nel repertorio musicale, diversi studiosi se ne sono occupati. Gli studi di Bowlby sull’interazione madre-bambino e le ricerche di Harlow sulle piccole scimmie di macachi, che preferiscono la presenza di un fantoccio morbido piuttosto che di ferro, hanno dimostrato come l’essere umano abbia bisogno di vicinanza e ricerchi lo stare in relazione con l’altro.

Se siamo all’interno di un rapporto di coppia, questo concetto ci può apparire molto chiaro.

Proviamo a chiederci: con chi mi piace passare il mio tempo e chi mi piace aver vicino? A chi mi rivolgo quando ho un problema o non mi sento bene? Chi mi manca molto quando non c’è? Su chi sento di poter contare?

Dalle ricerche sull’attaccamento, risulta che quando ci sentiamo legati sentimentalmente a qualcuno il rapporto è caratterizzato dalle quattro componenti indagate attraverso le domande alle quali abbiamo appena risposto.

Queste quattro componenti sono:

  • Mantenimento del contatto: desidero mantenere il contatto con quella persona specifica.
  • Rifugio sicuro: quando sto male, cerco proprio quella persona per ricevere conforto.
  • Ansia da separazione: quando quella persona è lontana, ne avverto la mancanza.
  • Base sicura: contare sulla presenza di quella persona, mi permette di sentirmi libero di esplorare e conoscere.

Gli effetti dello smart working sul legame di coppia.

L’home working forzato della prima fase pandemica ha inevitabilmente cambiato il modo di stare in relazione. Per alcune coppie, il lavorare da casa ha permesso un nuovo spazio condiviso, in cui apprezzare la vicinanza emotiva e la presenza fisica dell’altro, soprattutto per chi si ritrovava a trascorrere con il partner poche ore la tarda sera o solamente nel weekend.

Per altre, lo stravolgimento della routine quotidiana è stata una fonte di stress. Lavorare da casa, riorganizzarsi con gli spazi e con le nuove dinamiche famigliari hanno portato a vivere la vicinanza forzata come poco gradevole e come terreno ideale per portare alla luce tensioni, incomprensioni e la percezione di un legame statico e poco stimolante.

L’alternanza lavoro da casa/in ufficio è un assetto che molte aziende hanno introdotto negli ultimi mesi e ha richiesto alle coppie di trovare nuovamente un equilibrio. Siamo passati infatti da una condivisione h24 della propria esistenza, fisica e psichica, al dover riprendere una dinamica di separazione/ricongiungimento.

Questa modalità flessibile ha portato con sé sicuramente degli aspetti positivi, quali una percezione di (quasi) normalità in cui sono stati riacquisiti i propri spazi e si è tornati a poter interagire direttamente con i colleghi. Ciò ha permesso di portare all’interno della coppia elementi di novità da condividere e la possibilità di sperimentare nuovamente un’indipendenza che erano stata minata durante i mesi di lockdown.

Per alcuni, tuttavia, questo nuovo assetto ha rappresentato un vero e proprio lutto da rielaborare: la vicinanza del partner ha permesso di conoscere meglio l’altro e il suo carico lavorativo, di ridistribuire i compiti domestici e il prendersi cura dei figli, ma anche di mettere in atto comportamenti regressivi di fronte a situazioni particolarmente stressanti, facendo totale affidamento sulla presenza continua del partner.

Ciò ha comportato, soprattutto per le persone più introverse che non ricercano molte relazioni sociali all’esterno della coppia, a dover riprendere delle dinamiche e dei ritmi che avevano felicemente abbandonato, riconquistando una propria autonomia.

Vediamo quindi quattro strategie efficaci che possono aiutarci a gestire il rapporto di coppia, soprattutto durante questa nuova fase in cui si alterna lavoro da casa e in ufficio:

1. Gestisci il conflitto con lo schema 5:1.

Per diversi anni ci si è concentrati sulla necessità di risolvere i conflitti che scaturivano nella coppia.

In realtà, da una ricerca condotta da Gottman, si è visto come il 69% dei conflitti nelle relazioni non giunga mai ad una risoluzione.

Su cosa dobbiamo porre attenzione allora? Sulla capacità di mantenere all’interno della discussione un rapporto di 5 a 1 rispettivamente di sentimenti positivi e negativi.

Nelle relazioni felici e durature, i membri della coppia riescono a comunicarsi costantemente accettazione reciproca, prevengono la negatività nell’interazione e arrivano ad un compromesso concordato da entrambi.

Nelle relazioni fallimentari, si nota un’escalation del sentimento negativo, una mancanza di sentimento positivo e uno stato di disimpegno emotivo.

2. Pratica l’ascolto attivo.

Conclusa la giornata lavorativa, capita spesso di parlare con il partner delle proprie preoccupazioni e delle frustrazioni vissute sul lavoro. Spesso non siamo alla ricerca di una soluzione e nemmeno di parole incoraggianti come “andrà tutto bene”, ma semplicemente chiediamo al partner di esserci.

Entrambi i vostri lavori e le vostre carriere hanno uguale importanza e come tali vanno rispettati. Rendere il lavoro parte delle conversazioni quotidiane, parlando su cosa si sta lavorando e perché è importante per noi, diventa un’ottima occasione per conoscere e apprezzare lo spazio lavorativo dell’altro, andando verso un progetto di vita comune nel quale entrambi gli impegni professionali vengono rispettati.

3. Pensa allo spazio per te e allo spazio per la coppia.

E’ vero, abbiamo parlato di come la vicinanza dell’altro sia per tutti noi fondamentale, ma non si traduce in un bisogno della presenza fisica costante del partner. In una sana relazione di coppia, si riesce a beneficiare del tempo trascorso insieme quanto dei momenti che sono solo nostri. Possiamo esplorare il mondo circostante, contando sulla presenza dell’altro.

In questo la flessibilità di poter scegliere tra casa e ufficio ci aiuta, in quanto ci permette di pianificare la settimana in maniera “intelligente”, individuando con il partner i momenti da trascorrere insieme e quelli destinati alle proprie attività, tra le quali il lavoro da casa.

Il ri-unirsi diventa poi un’ottima occasione per praticare il punto 2.

4. Non ti attaccare/accudire troppo.

Il prendersi cura e chiedere sostegno all’altro sono elementi fondamentali per un buon rapporto di coppia.

Ma attenzione all’”orsachiattizzazione”: infatti, non è solo un detto che troppe coccole spengono le scintille.

Quando siamo in un assetto che predilige nomignoli, tenerezze e l’essere affettuosamente accoccolati sul divano (magari con il pigiama con la stampa del nostro cartone animato preferito) il sistema dell’attaccamento è particolarmente attivato e, di conseguenza, non riusciamo ad attivare il sistema sessuale.

Diversi studi confermano come un attaccamento sicuro predisponga ad una sessualità di coppia più sana e soddisfacente: il lavorare da casa ha però portato alcune coppie ad un calo del desiderio sessuale.

L’assenza di un cambiamento di contesto, il maggior tempo dedicato al lavoro e un look “domestico” sembrano aver inciso sulla ricerca di spazi di intimità con il partner.

Può essere utile confrontarsi su come ciascuno vive la sessualità di coppia e soprattutto su come si modifica a seconda dei diversi momenti di vita. Ad esempio, quando uno dei due partner è malato o sta attraversando un momento emotivamente difficile, saremo più portati a predisporci verso il prendersi cura/richiedere cura, mettendo in stand by il sistema sessuale.

Per concludere

Dopo che abbiamo parlato di alcune strategie per vivere una sana relazione di coppia la domanda che ci rimane da farci è: come capire se è vero amore?

I più scientifici possono affidarsi alla formula elaborata dallo psicologo sociale Donn Byrne:

1,7xA + 1,5xB + 1,5xC + 1,5xD + 1,3xE= Y

Dove:

  • A è l’attrazione per il partner.
  • B il piacere psicologico della sua compagnia.
  • C il desiderio di intimità con lui/lei.
  • D il bisogno di essere accettati dal partner,
  • E la paura di essere abbandonati da lui/lei.

A ognuna di queste variabili bisogna attribuire un valore da 1 a 10 e poi fare il calcolo.
Bisogna poi ripetere l’operazione pensando all’amico/a più caro/a.
Secondo lo psicologo americano, il rapporto di coppia è tanto più importante quanto la differenza tra i risultati ottenuti pensando al partner e al caro/a amico/a è più grande(dev’essere almeno 15).

I più romantici si ritroveranno invece nella definizione fornita da Donna Letizia nelle riviste della posta del cuore negli anni 70’: “si è innamorati quando si riesce ad usare senza problemi lo spazzolino per i denti dell’altro”.

Che sia una formula o un atto impavido, l’amore vero che ci fa star bene richiede costanza, cura e la capacità di mettersi in discussione, anche quando i cambiamenti della vita bussano alla nostra porta.

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Bibliografia

G. Attili, Attaccamento e amore. Il Mulino.

J. Gottman, Intelligenza emotiva per la coppia. Bur Editore.

J. Petriglieri, Couples That Work: How To Thrive in Love and at Work. Penguin Life.

S. Johnson, Stringimi forte. Sette passi per una vita piena d’amore. Istituto Scienze Cognitive.

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