Deducibilità fiscale e Bilancio di Sostenibilità: i vantaggi (anche economici) del supporto psicologico.

Nel corso degli ultimi anni, complice anche il diffondersi della pandemia e dei recenti squilibri economico-sociali, sempre più aziende hanno scelto di adottare al loro interno una Mental Health Strategy diffusa volta a promuovere la salute mentale delle proprie persone.
È ormai evidente, infatti, quanto il benessere psicologico e quello organizzativo siano imprescindibilmente legati.

In tal senso, l’attivazione di servizi di consulenza psicologica si rivela essere uno strumento efficace secondo più punti di vista.
Tali servizi, infatti, oltre ad apportare numerosi benefici sul piano personale e organizzativo, come la riduzione di stress e rischi psico-sociali e/o l’aumento di performance, engagement e retention dei talenti,.rappresentano un’opportunità vantaggiosa anche da un punto di vista fiscale

Sugli aspetti fiscali Mindwork ha richiesto la collaborazione dello studio legale internazionale DWF e dei suoi Partner, l’avv. Giorgio Manca, l’avv. Tancredi Marino e l’avv. Luca Lo Po’, grazie ai quali è emerso che le spese sostenute dalle aziende per l’attivazione di servizi dedicati al supporto psicologico sono – a determinate condizioni – interamente deducibili. Inoltre, le iniziative a favore di salute e benessere mentale hanno tutte le caratteristiche per essere aggiunte nel Bilancio di Sostenibilità o Dichiarazione Non Finanziaria.

Vediamo tali vantaggi nel dettaglio.

Deducibilità fiscale

Una recente risoluzione dell’Agenzia delle Entrate conferma che è possibile ottenere la deducibilità integrale dei costi associati ai servizi di supporto psicologico dalla propria base imponibile.

A tal fine sono necessarie due condizioni:

  • il servizio deve essere offerto nel contesto dell’adempimento di un obbligo negoziale previsto da un contratto, da un accordo (es. sindacale) o da un regolamento; 
  • l’impegno assunto nel contesto di un accordo o di un regolamento aziendale non può essere revocabile o modificabile autonomamente dall’azienda.

Il parere di DWF, inoltre, evidenzia che una maggiore garanzia della deducibilità delle spese afferenti all’erogazione dei servizi di supporto psicologico si ha quando il regolamento aziendale non è redatto unilateralmente e discrezionalmente dal datore o datrice di lavoro ma è incluso nell’ambito di un accordo sindacale.

Bilancio di Sostenibilità

Sono diversi i modi in cui la parola “sostenibilità” si associa a dimensioni aziendali e organizzative. Oltre a questioni più immediate – come quella economica e ambientale –.è sempre più importante che un’organizzazione sia sostenibile anche dal punto di vista umano e sociale. 

A partire dal 2017 per le grandi aziende è stato introdotto l’obbligo di redigere la Dichiarazione Non Finanziaria (DNF) o Bilancio di Sostenibilità: un documento volto a comunicare in modo trasparente gli impatti economici, ambientali e sociali delle aziende. 

Il bilancio di sostenibilità rappresenta un asset importante per consolidare la brand identity aziendale, in quanto strumento utile a chiarire l’attenzione e gli impegni dell’azienda verso tematiche e obiettivi che vadano oltre la profitability della stessa.

In questo senso, l’attivazione di servizi di supporto psicologico costituisce una preziosa aggiunta ai documenti appena citati. Vediamo come.

La Direttiva DNF

La direttiva 2014/95/UE (nota come “Direttiva DNF”) chiarisce quali sono le attività inseribili all’interno della Dichiarazione Non Finanziaria.

Tra queste, rientrano una serie di «questioni sociali e attinenti al personale», tra cui:

  1. attuazione di convenzioni fondamentali dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO)
  2. Questioni in materia di diversità
  3. Gestione del capitale umano
  4. Salute e sicurezza sul lavoro

È proprio la parola «salute» il termine chiave. 

Offrire servizi per la promozione della stessa, infatti, non solo rappresenta direttamente un’attività di bilancio sostenibile, ma si configura anche come l’attuazione di una serie di convenzioni dell’ILO, tra cui la Convenzione sulla salute e sicurezza dei lavoratori e la Convenzione sul quadro promozionale per la salute e la sicurezza sul lavoro.

Secondo la stessa ILO, infatti, per salute sul lavoro non si intende semplicemente uno stato di assenza di malattia, quanto piuttosto l’insieme degli elementi fisici e mentali direttamente collegati al benessere dei lavoratori e delle lavoratrici.

In tal senso, i servizi di supporto psicologico a disposizione delle aziende rappresentano una valida e concreta attività per la promozione della salute e sicurezza sul lavoro, costituendo uno strumento capace di favorire la salute, il benessere e la sicurezza delle proprie persone.

Per concludere.

È evidente che la salute psicologica rappresenti un elemento fondamentale all’interno delle organizzazioni: un must-have per la sostenibilità – economica e umana – delle aziende e delle loro persone. La recente risoluzione dell’Agenzia delle Entrate si configura pertanto come un ulteriore incentivo per promuovere il benessere psicologico delle persone all’interno dei contesti di lavoro.

Potrebbe interessarti: Anche le ISO diventano inclusive: ISO 45003 e salute psicologica.

 Bibliografia

Il Sole 24 Ore –. Dwf con Mindwork per i profili di deducibilità dei servizi di well-being aziendale e per la loro possibile inclusione nella dichiarazione non finanziaria.

Legalcommunity.it – Dwf con Mindwork per deducibilità dei cost e DNF

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