Oggi 20 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Felicità, evento che è stato istituito il 28 giugno del 2012 dall’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. La data è stata scelta perché è l’equinozio di primavera, un appuntamento sentito da gran parte delle popolazioni della terra.
Quando ho pensato di scrivere un articolo sulla felicità mi sono venuti in mente due libri che hanno cambiato la mia idea sulla felicità stessa e sono la base di quello che leggerete, che sono: “La trappola della felicità” (Harris Russ ) e “Il vantaggio della felicità” (Shawn Achor ).
Il primo libro mi ha incuriosita con le affermazioni “E se tutto quello che hai sempre pensato sulla felicità fosse sbagliato?” “Se scoprissi che molte delle cose che fai per essere felice in realtà non fanno altro che renderti infelice?”
Il secondo libro ha capovolto un paradigma di cui ero certa ossia che sarei diventata felice se avessi avuto:
Ma recenti scoperte nel campo della psicologia positiva hanno dimostrato che questa formula è in realtà capovolta: l’essere felici porta ad avere successo nella vita e ad ottenere quello che si desidera!
Pertanto il mio attuale paradigma è diventato così se sono felice e positiva:
Le tante ricerche della psicologia positiva dimostrano che quando siamo positivi, il nostro cervello diventa più impegnato, creativo, motivato, energico, resistente e produttivo.
Ma deve diventare un modo di essere e di vivere.
Non dobbiamo per forza ricercare a tutti i costi la felicità perché è un circolo vizioso che ci spinge a dedicare il nostro tempo, la nostra energia, la nostra vita, a una battaglia persa in partenza: quella contro i pensieri e le emozioni negative.
Vivere comprende per forza avere anche emozioni spiacevoli come rabbia, ansia, paura, fatica. Possiamo accettarlo, e agire per costruire la nostra felicità oppure possiamo continuare a ricorrere la felicità scappando da tutte le emozioni spiacevoli per poi scoprire che è proprio questo continuo tentativo di fuga a intrappolarci. Presto o tardi tutti dovremo affrontare crisi, delusioni e insuccessi. Questo significa che, in un modo o nell’altro, tutti abbiamo pensieri e sentimenti dolorosi. La buona notizia è che, anche se non possiamo evitare questo dolore, possiamo imparare ad affrontarlo molto meglio a fargli spazio, a ridurre i suoi effetti e a crearci una vita che valga ugualmente la pena di essere vissuta.
Secondo Harris siamo vittime di quattro falsi miti sulla felicità. Quattro idee sbagliate che non fanno altro che renderci sempre meno felici:
Vi propongo un paio di semplici tecniche tratte dal libro di Achor progettate per aiutare a riprogrammare il cervello per la felicità.
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Questa giornata ci deve ricordare che tutti abbiamo il diritto di essere felici, ma per esserlo dobbiamo allenarci continuamente alla resilienza ed adottare nuovi paradigmi mentali. Concludo con una frase molto significativa che esemplifica quanto scritto sin’ora “la felicità è un percorso, non una destinazione” (Madre Teresa di Calcutta).
Dai un’occhiata a questo estratto del nostro workshop “Allenati a essere felice“. Contattaci per avere maggiori informazioni.
Harris Russ, La trappola della felicità. Erickson
Shawn Achor, Il vantaggio della felicità. Erickson