E’ stato stimolante leggere il libro di Adam Grant (Give and Take: A Revolutionary Approach to Success) e ascoltare il suo TED Talk, mi ha fatto riflettere sulla questione generosità e lavoro. Per questo ho deciso di scrivere un articolo su questa tematica non ancora tanto inflazionata.
Secondo il luogo comune, le persone di grande successo hanno tre cose in comune: motivazione, abilità e opportunità. Se vogliamo avere successo, abbiamo bisogno di una combinazione tra duro lavoro, talento e fortuna. Eppure c’è un quarto ingrediente spesso trascurato: il successo dipende fortemente da come affrontiamo le nostre interazioni con le altre persone.
Nel suo libro, Grant spiega, attraverso studi di scienze sociali svolti negli ultimi decenni, che le persone si dividono in tre categorie:
Peraltro, lo stesso Grant sottolinea il fatto che ogni persona tende a mettere in campo una combinatoria di stili diversi, sebbene ce ne sia sempre solo uno che si dimostra nel tempo prevalente sugli altri e che può incidere sui risultati che quella persona ottiene nel lavoro.
Quello che Grant rileva nel suo libro, raccontando anche decine di esempi concreti e riportando i dati di numerosi studi scientifici, è che:
Adam Grant ha intervistato oltre 30.000 persone in aziende di tutto il mondo, ha studiato la produttività di ingegneri, i voti degli studenti di medicina, il fatturato di agenti di commercio, e inaspettatamente, i peggiori in ognuno di questi lavori erano i generosi. Gli ingegneri che realizzavano meno “lavoro” erano quelli che facevano più favori di quanti ne ricevessero. Erano così intenti a fare il lavoro degli altri, che non avevano più tempo ed energia per completare il proprio. Nella scuola di medicina, i voti più bassi erano degli studenti che concordavano di più con frasi come: “Mi piace aiutare gli altri”. Anche nelle vendite, gli incassi più bassi erano dei commessi più generosi.
Secondo Grant, lo stile altruistico premiante è legato alla capacità della persona generosa di:
Molto spesso nel lavoro tendiamo a sottovalutare il potere della generosità, il libro di Grant dimostra il contrario, ma riesce anche a sfatare tanti stereotipi buonisti sul tema.
Le persone generose rendono la propria organizzazione migliore. Quanto più le persone aiutano e condividono la propria conoscenza e forniscono una guida, tanto migliori sono i risultati dell’azienda: maggiori profitti, soddisfazione del cliente, basso turnover.
Voglio concludere l’articolo con il messaggio positivo che Grant lancia alla fine del suo discorso: “Credo che il modo più significativo per avere successo sia aiutare le altre persone ad avere successo. E se possiamo diffondere questa convinzione, possiamo effettivamente capovolgere la paranoia. C’è un nome per quello. Si chiama “pronoia“. La pronoia è la convinzione delirante che altre persone stiano tramando per il tuo benessere, che stiano parlando di te alle tue spalle dicendo cose grandiose su di te. La cosa meravigliosa di una cultura di generosi è che non è un’illusione, è la realtà. Voglio vivere in un mondo in cui i generosi hanno successo e spero che mi aiuterete a creare quel mondo.”
Grant, A. & Rebele, R. (2017). Beat generosity burnout. Harvard Business Review. [online]
Grant, A. Give and Take: A Revolutionary Approach to Success