Il profumo avvolgente dei fiori di ciliegio, le prime giornate di sole e quella tipica sensazione di ritrovata energia: è finalmente arrivata la primavera.
La natura, infatti, ha un effetto benefico sulla nostra salute psicofisica. A dirlo non è soltanto il senso comune ma un’evidenza scientifica supportata da decenni di studi.
Gli spazi verdi come parchi, boschi, giardini e campagne sono un antidoto allo stress: abbassano la pressione sanguigna, riducono l’eccitazione del sistema nervoso, migliorano le funzioni di quello immunitario e, in generale, riducono l’ansia e migliorano l’umore. Oltre a ciò, permettono di accrescere la creatività, la memoria e la concentrazione.
E se l’effetto rigenerante degli spazi verdi è ormai accertato da tempo, in letteratura iniziano a farsi strada anche prove a sostegno degli spazi blu. Mare, fiumi, laghi e specchi d’acqua rappresentano, infatti, un toccasana per il nostro benessere psicologico. Elementi in grado di generare calma, tranquillità e rilassatezza.
A sorprendere particolarmente, però, è ancora un altro dato. Secondo la scienza basterebbero circa 120 minuti a settimana a contatto con la natura per trarne benefici concreti.
Stare a contatto con la natura – in tutte le sue forme e sfumature – permette di liberare la mente e fare scorta di energie. Ma come introdurre gli ambienti naturali nella propria routine?
Di seguito, tre suggerimenti.
Montagne, foreste e spiagge rappresentano un “farmaco naturale” per la mente e per l’umore. Per sperimentare i benefici della natura, però, non sempre è necessario andare lontano.
Le ricerche dimostrano, per esempio, che anche camminare lungo un viale alberato o trascorrere qualche ora al parco può avere un impatto positivo sul nostro benessere. Ma c’è di più: studi recenti mostrano che l’esperienza della natura è altrettanto positiva se vissuta con l’aiuto del virtuale e del digitale. Anche se artificiali, immagini, suoni e odori di paesaggi naturali possono portare, infatti, a benefici per la nostra salute. Ascoltare il fruscio del vento attraverso le cuffie o immergersi nei fondali oceanici grazie a un documentario possono essere, per esempio, modi accessibili per connettersi alla natura.
Trova, allora, il tuo equilibrio personale tra le esperienze online ed offline e vivi la natura in tutte le sue espressioni, ogni volta che puoi.
Rendere il contatto con la natura parte della propria quotidianità può essere più semplice di quanto pensi. Prova, per esempio, a trascorrere la pausa pranzo al parco, pratica sport all’aria aperta o ancora, prenditi cura delle tue piante durante i momenti di pausa. Scegli postazioni luminose per lavorare e arricchisci la tua settimana con esperienze e gite fuori porta.
Passeggiate in montagna, visite al lago o pernottamenti in campeggio: ritaglia del tempo da dedicare alla natura e difendilo all’interno della tua agenda con colori dedicati. Il blu e il verde, per esempio, possono essere un reminder visivo dei tuoi appuntamenti con la natura e avere un effetto rigenerante tra impegni, scadenze e commissioni.
Strettamente collegato alla natura, il ruolo del cambiamento climatico e dei suoi effetti negativi sulla nostra salute mentale. Tra questi, preoccupazione, agitazione e malessere contribuiscono a generare fenomeni di eco-ansia: la paura cronica della rovina ambientale.
Secondo gli esperti, la messa in atto di comportamenti pro-ambientali come andare in bicicletta, scegliere un’alimentazione sostenibile o fare la raccolta differenziata, possono essere validi alleati per gestire le incertezze legate all’ambiente. In tal senso, anche la Mindfulness può essere uno strumento prezioso per coltivare il proprio benessere e imparare a gestire vissuti di ansia e stress. Pratiche formali come la camminata consapevole o mindful walking, insegnano a focalizzare l’attenzione sul momento presente e l’ambiente circostante, permettendo di liberare la mente da frustrazioni e pensieri intrusivi. Un esercizio per fermarsi e concentrarsi su di sé e sui propri passi.
Sempre più persone – specialmente Millennials e Gen Z – sperimentano sintomi di eco-ansia e solastalgia. Non stupisce, pertanto, che in ambito lavorativo siano proprio le nuove generazioni a considerare fondamentali valori quali la sostenibilità ambientale e sociale.
Un’attenzione costante verso il nostro pianeta che si riflette nel cosiddetto “Climate quitting”: la pratica, cioè, di lasciare un lavoro o di rifiutarne uno in quanto si considerano insufficienti gli impegni ESG – Environmental (ambientale), Social (sociale) e Governance – di un’azienda.
A tal proposito, una recente ricerca condotta da KPMG UK che ha coinvolto circa 6.000 lavoratori e lavoratrici del Regno Unito, ha evidenziato che quasi una persona su due (46%) vorrebbe che la propria azienda si impegni in materia di ESG. Desiderio che si manifesta anche nelle scelte professionali: lo studio mostra infatti che una persona su cinque (20%) ha rifiutato un’offerta di lavoro quando gli impegni ESG dell’azienda non erano in linea con i propri valori e aspettative. Percentuale che sale addirittura a una su tre per le persone tra i 18 e i 24 anni e che si mantiene alta anche per la fascia 35-44.
Dati e statistiche che non lasciano più dubbi: il futuro delle aziende è inevitabilmente legato all’impegno dimostrato già nel presente.
L’attenzione alla sostenibilità – umana, sociale, e ambientale – è infatti un asset strategico sia in termini di employer branding, che di produttività e di performance. Aziende e organizzazioni coinvolte su questi aspetti possono avere un impatto significativo non solo sul benessere del nostro pianeta ma anche sulla salute psicologica delle proprie persone, favorendone l’attraction, la retention e migliori prestazioni lavorative. Un circolo virtuoso a cui dare il via oggi stesso, perché attendere non è più un’opzione.