Nelle aziende familiari sono presenti in contemporanea il sistema famiglia e il sistema impresa, con obiettivi sicuramente diversi dove da una parte dominano l’amore e l’uguaglianza e dall’altra redditività e rischio. Le imprese familiari migliori sono quelle che sono in grado di unire le specificità di entrambi i sistemi e creare un mix imbattibile che le rende attive anche per secoli e resistenti alle fasi di passaggio generazionale.
Nelle aziende familiari i ruoli si sovrappongono e si confondono. Non è sempre facile per il figlio, che è anche dipendente, rapportarsi con il padre, che è anche il datore di lavoro. Di conseguenza, per il padre imprenditore non è semplice avere aspettative “neutrali” che avrebbe per un collaboratore qualsiasi.
Spesso anche i setting relazionali si intersecano creando confusione all’interno dei ruoli stessi e nelle dinamiche aziendali. All’interno degli spazi di vita della famiglia si conducono conversazioni e confronti legati agli affari. Viceversa, può capitare che negli uffici dell’azienda si discutano temi legati alla famiglia. Questo aspetto è difficilmente evitabile date le intrinseche proprietà delle relazioni umane: i nostri sentimenti e comportamenti si fondono continuamente.
L’impresa familiare rappresenta un’istituzione fondamentale per lo sviluppo dell’economia e della società. Tuttavia, le imprese familiari non sono tutte uguali. Al contrario, esse rappresentano un universo variegato e complesso. Non a caso, si possono incontrare imprese familiari molto diverse tra loro relativamente allo stadio di sviluppo, generazione, livello e tipologia di coinvolgimento dei membri familiari, dimensioni e livello di professionalizzazione. Va da se quindi che il passaggio generazionale deve essere creato e gestito ad hoc su ogni singola azienda, non potendoci essere una ricetta che vada bene per tutte.
Il passaggio generazionale nelle aziende familiari è un tema delicato e cruciale. Non riguarda solo trasferimenti di quote o di cariche, ma, e forse soprattutto, di know-how e di valori, di un patrimonio di conoscenze e di competenze aziendali.
Un passaggio generazionale dura mediamente 3 anni e mezzo. Coinvolge 3,5 membri familiari e di 1,5 consulenti. Questo è quanto emerge dallo studio condotto dall’Università Cattolica di Milano (CERIF – Centro Ricerca Imprese di Famiglia anno 2016-2017).
Il cambio generazionale è il rapporto tra tradizione e innovazione e deve essere letto come un’evoluzione positiva dell’impresa e della sua cultura. La successione rappresenta un momento fondamentale per mettere a fuoco e affrontare in maniera critica i cambiamenti.
Se il processo non è ben governato, l’imprenditore potrebbe a torto, o a ragione, ritenere insostituibile la sua leadership. Emergerebbero quindi difficoltà connesse alla sensazione di perdita di controllo della situazione da parte dell’imprenditore che mostrerà:
Secondo Cintioli (1987) gli imprenditori affrontano il passaggio generazionale in modo diverso in base alle motivazioni e dalle caratteristiche che lo contraddistinguono:
Qualsiasi siano le caratteristiche dell’azienda e dei componenti al suo interno voglio dare dei suggerimenti che possano essere delle guide per chi deve affrontare questo percorso.
Non è così semplice affrontare il passaggio generazionale. In un’azienda familiare, come abbiamo visto, il business si intreccia in modo naturale con gli affetti e con le dinamiche psicologiche insite nella famiglia.
Pensare al passaggio generazionale esclusivamente come un passaggio “dai vecchi ai giovani” è totalmente errato. Ciò che è fondamentale è l’interscambio tra le due generazioni: affinché il passaggio generazionale abbia successo devono cioè fondersi le idee innovative dei giovani con l’esperienza di chi conosce bene l’azienda.
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D. Merigliano, Non mollo! Strategie per un passaggio generazionale di successo. Mind Edizioni
M. Weishaupt, L’essenza del buon family business: Come sviluppare cultura, leadership, organizzazione, strategie e famiglia. Independently published
M. Weishaupt, Il fascino delle imprese familiari. 15 principi di buona gestione. Franco Angeli