La quarantena in questo periodo è necessaria per contenere la diffusione del nuovo Coronavirus. Ma gli effetti sono gravosi per tutti e possono diventare un problema psicologico specialmente per persone che erano già in difficoltà prima o per chi si ritrova solo o costretto a condividere lo spazio “h24” con persone con cui non si trovano sempre bene. A tutto ciò si aggiunge la paura del contagio e l’ansia legata ad una possibile crisi economica.
Milioni di persone in tutto il mondo stanno riducendo drasticamente i contatti sociali e trascorrendo il tempo in isolamento. Essere in quarantena dà la sensazione di essere in balia delle decisioni altrui e di altre forze incontrollabili, questo porta ad una sensazione di impotenza e incertezza sul futuro che può essere molto inquietante.
L’impatto più grosso è che ci viene chiesto un radicale cambiamento dello stile di vita quotidiano, dove l’obbligo è, paradossalmente, la riduzione delle attività, passando così da “stress per le tante cose da fare” provato sino a qualche tempo fa, a non fare nulla e “restare a casa”.
Una recente ricerca, pubblicata su The Lancet , ha scoperto che la quarantena è collegata a sintomi di disturbo post-traumatico da stress, confusione e rabbia, e che questi effetti sono di lunga durata. Dato che è probabile che la crisi del coronavirus durerà a lungo, le implicazioni per la salute mentale non possono essere ignorate.
La professoressa di psichiatria Rima Styra e la sua collega Laura Hawryluck, professoressa di medicina di terapia intensiva, hanno studiato quarantene durante l’epidemia di SARS e hanno scoperto che il 29% di quelle in quarantena mostrava segni di Disturbo post traumatico da stress e il 31% presentava sintomi di depressione a seguito di isolamento.
Le fasi di accettazione di una novità come l’epidemia, che comporta una sospensione della normalità sono diverse. Inizialmente, in genere, si è diffidenti e non si riesce a capacitarsi di quanto viene comunicato, come per esempio la gravità del virus. Si pensa che la situazione sia sovradimensionata rispetto alla realtà. Le persone fanno fatica a capire cosa ci possa essere di male a incontrare amici, andare a lavoro o a tenersi in forma, non siamo abituati a tali privazioni. Poi può esserci la rabbia, dovuta sia all’imposizione dall’alto di una restrizione sia al contatto prolungato con le persone con cui viviamo. Arriva poi la rassegnazione al fatto che bisognerà osservare le norme igieniche e di comportamento e aspettare che il periodo di quarantena passi. E’ auspicabile che si raggiunga anche la fase dell’accettazione, ovvero il momento in cui si inizierà a convivere in maniera serena e costruttiva con le nuove condizioni.
Sempre secondo gli studi sopracitati, per arrivare alla fase dell’accettazione e superare così la confusione del periodo è necessaria da parte delle autorità dare delle informazioni chiare, affidabili e coerenti. In questo modo i cittadini si sentiranno rassicurati e coinvolti in riferimento a quanto succede a livello scientifico e istituzionale.
Mi soffermo a dare dei piccoli consigli a chi vive due tipologie di situazioni che in questo momento possono avere delle difficoltà.
È forse una delle condizioni più difficili da sopportare per la mancanza di persone vicino. Cercate di costruire una routine e vivere una vita simile a quella che avevate fuori: vestitevi bene e abbiate cura di voi. Cercate il più possibile il contatto con le persone, che siano amici, familiari, colleghi, e non fatevi troppi problemi a chiamarle o, se siete in difficoltà, a chiedere un aiuto. Trovate degli espedienti per mantenere una vita normale. Consumate i pasti online con un amico o familiare, oppure organizzate delle pause caffè sempre on line con i colleghi.
Molte persone dovranno passare questi giorni di quarantena con altre persone con cui non stanno bene come per esempio coinquilini, genitori o coppie in piena crisi. Non avendo più la possibilità di uno svago e uno sfogo all’esterno vivono una situazione altamente stressante. Consiglio in questo momento di non alimentare il conflitto e cercare di non dargli una priorità anche se non è facile. Fin tanto che si può provate a trovare i vostri spazi e cercate di non condividere per forza tutto nella giornata. Arriverà il momento per affrontare con lucidità i problemi relazionali.
Sottolineo comunque che anche nelle famiglie in cui regna l’armonia i primi giorni di quarantena possono essere veramente difficili. Ognuno affronta la situazione in modo del tutto personale ed i tempi di accettazione della stessa possono essere diversi. Un’arma efficace in questo caso può essere la comprensione e la pazienza.
Chiunque creda di non riuscire a superare da solo i momenti critici del proprio vissuto in quarantena, consiglio di rivolgersi agli psicologi che operano on line attraverso le video chiamate. Il professionista saprà supportarvi ed aiutarvi a trovare gli strumenti necessari per fronteggiare questo momento di difficoltà.
Gli studi ci indicano che gli effetti negativi, deleteri, e psicopatologici sulla popolazione a causa della quarantena durano spesso per mesi e addirittura anni. Questa limitazione della libertà, è purtroppo necessaria e scientificamente efficace ad arginare il virus.
Noi professionisti della salute mentale stiamo affrontando un picco esponenziale di disturbi psico-patologici e dobbiamo essere in prima linea per preservare l’integrità psicofisica della popolazione.
Sicuramente alla fine della pandemia, dovremo investire tanto per salvaguardare la salute mentale di tutti, perché magari oggi siamo forti e impegnati a fronteggiare la situazione, ma domani, quando tutto finirà, sentiremo il “dolore delle ferite”.
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SARS control and psychological effects of quarantine