È probabile che molti di noi abbiano vissuto l’esperienza sul lavoro di non fare una domanda o di suggerire un’idea per paura per esempio di sembrare ridicoli, oppure vergognarsi di parlare di una problematica personale o richiedere un particolare supporto. Non importa quale sia la nostra posizione gerarchica nell’organizzazione, la ricerca mostra che tali momenti di silenzio sono comuni. Gli studi riportano che le persone spesso si trattengono, anche quando credono che ciò che hanno da dire possa essere importante per l’organizzazione o se stessi. Poiché il silenzio è invisibile, i problemi non vengono segnalati, le opportunità di miglioramento vengono perse e occasionalmente si verificano fallimenti.
I ricercatori nel mondo accademico hanno scoperto che questo tipo di situazioni ci danno un’idea di una dimensione molto importante del lavoro di squadra: la sicurezza psicologica. Un team si sente psicologicamente al sicuro quando i suoi membri condividono la convinzione che all’interno di esso non saranno esposti a minacce personali quando chiedono aiuto o feedback, ammettono errori o mancanza di conoscenza, propongono qualcosa di nuovo o esprimono opinioni legate al lavoro.
Amy Edmondson, professoressa di leadership e management presso la Harvard Business School è la più eminente ricercatrice in questo campo, definisce la sicurezza psicologica come “la convinzione condivisa tra i membri del team che esso sia sicuro per l’assunzione di rischi interpersonali“. Inoltre spiega che “La sicurezza psicologica del team implica ma va oltre la fiducia interpersonale; descrive un clima di squadra caratterizzato da fiducia e rispetto reciproco in cui le persone si sentono a proprio agio nell’essere se stesse ”. In poche parole, ti senti psicologicamente sicuro nella tua squadra se ti senti a tuo agio nell’ammettere un errore, segnalare un errore commesso da un membro del team, parlare di questioni legate al lavoro o personali senza censurarti.
Forse l’idea di un luogo di lavoro del tutto privo di paura è un’utopia. Le persone provano una naturale avversione di fronte alla possibilità di perdere prestigio davanti a capi e colleghi. Tuttavia, oggi le imprese che aspirano a creare ambienti di lavoro senza paura sono una realtà in crescita.
Durante la pandemia tutte le organizzazioni hanno dovuto apportare modifiche al modo in cui operano chiamando ad una maggiore flessibilità e capacità di adattamento i propri dipendenti. Ma quando la “sopravvivenza” diventa la nuova normalità? Quando spetta ai datori di lavoro fermarsi e riflettere su come i dipendenti subiscono l’impatto di questi cambiamenti?
Il problema è che oggi con lo smart working il confine tra lavoro e vita privata è sempre più sottile, i manager devono coordinare mettendo al centro la singolarità dei dipendenti con i propri bisogni.
Avere discussioni psicologicamente sicure su questioni legate all’equilibrio tra lavoro e vita privata è sempre più necessario anche se diventa impegnativo perché è più probabile che questi argomenti tocchino argomenti profondi dell’identità, dei valori e delle scelte dei dipendenti.
Secondo il Rapporto sulla gestione delle persone 2019 , i dipendenti che si sentivano psicologicamente sicuri nel loro team avevano meno probabilità di lasciare il lavoro. Dopo tutto, perché lasciare un’organizzazione o un team in cui ti senti responsabile, apprezzato e al sicuro? Questa è un’ottima notizia, poiché il turnover dei dipendenti è un enorme punto dolente per le aziende, con costi elevati in termini economici e produttività.
Un ambiente psicologicamente sicuro agisce come uno scudo protettivo per la diversità: consente a tutte le persone di prosperare allo stesso modo. C’è spazio per tutti per esprimere le proprie idee. Il risultato è un feedback costruttivo che sostituisce il giudizio e la positività supera la negatività.
Immaginiamo una sessione di brainstorming in cui le persone hanno pensato e studiato nel dettaglio ogni idea prima di parlarne. Ciò distruggerebbe sicuramente il processo di ideazione e ostacolerebbe l’innovazione. Nel brainstorming, infatti, non esiste un’idea cattiva o sbagliata. Il punto è che tutti si sentono autorizzati a portare tutto sul tavolo senza timore di ripercussioni. Senza aprire le strade a questo tipo di assunzione di rischi, i team possono ostacolare l’energia creativa.
Quando le persone si censurano regolarmente prima di parlare e hanno paura di aprirsi nei momenti difficili, i livelli di stress possono diventare alti. Quando la sicurezza psicologica è rafforzata, le persone possono sentirsi più fedeli a se stesse, portando il loro vero sé al lavoro e trascorrendo giornate più rilassate.
I manager oggi più che mai devono creare un ambiente di lavoro che incoraggia le persone a condividere aspetti del loro contesto personale come pertinenti alla pianificazione del lavoro in modo da fare le scelte giuste per se stessi e le loro famiglie, ponderate ovviamente alle esigenze della loro organizzazione lavorativa.
Suggerisco una serie di 4 passaggi rivolti a manager per creare una cultura della sicurezza psicologica che si estende oltre il contenuto del lavoro per includere aspetti più ampi del mondo personale dei dipendenti.
Questi consigli per creare sicurezza psicologica sul lavoro non richiedono l’approvazione o il permesso di nessuno. I manager possono pertanto investirci subito del tempo prezioso per il bene dei dipendenti e delle organizzazioni.
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A.C. Edmondson, Organizzazioni senza paura: Creare sicurezza psicologica sul lavoro per imparare, innovare e crescere. Franco Angeli
High-Performing Teams Need Psychological Safety. Here’s How to Create It, Harvard Business Review
What Psychological Safety Looks Like in a Hybrid Workplace, Harvard Business Review