Nel 2000, lo psichiatra e neuroscienziato Eric Kandel vinse il premio Nobel per la medicina per aver dimostrato che le connessioni tra le cellule del cervello – i neuroni – si modificano continuamente, sulla base dell’esperienza. Questa proprietà del sistema nervoso è detta neuroplasticità e rende possibile l’apprendimento: qualsiasi evento – sia esterno (come esperienze personali o sociali) che interno (come i nostri pensieri o le nostre emozioni) – influisce sul numero e sulla forza delle connessioni.
Quest’ultime sono segnali elettrici e costituiscono il modo in cui i neuroni comunicano tra loro. Qualsiasi azione che compiamo, decisione che prendiamo e parola che pronunciamo durante la nostra vita è infatti originata da una scarica elettrica dei nostri neuroni. La letteratura scientifica ha dimostrato che più frequentemente una connessione tra neuroni viene attivata, più questa si rafforza, diventando sempre più rapida ed efficiente. In sostanza, l’utilizzo che facciamo del nostro cervello modifica e determina la sua stessa architettura e funzionamento.
Pensiamo, ad esempio, a quanto sia difficile, all’inizio, imparare una lingua sconosciuta, suonare uno strumento musicale o praticare un nuovo sport. Tuttavia, più la nuova attività viene allenata, più questa diventerà semplice e naturale. Ciò avviene perché le connessioni tra i neuroni coinvolti in quel compito, attraverso l’allenamento e la pratica, si rafforzano gradualmente: è la neuroplasticità in azione!
In quanto caratteristica essenziale del cervello, la plasticità entra in azione in qualsiasi ambito della nostra vita. Oltre che nell’apprendimento e nella presa di decisioni, è coinvolta anche quando si verificano traumi o incidenti che danneggiano parte del tessuto cerebrale. In questi casi, i neuroni ancora funzionanti sono in grado di rimpiazzare quelli compromessi creando nuove connessioni tra loro, in modo da preservare quanto più possibile le proprie funzionalità.
Questo può avvenire anche grazie a uno strumento come la psicoterapia. Il dialogo e il confronto con un/a psicoterapeuta, infatti, permette di approfondire la conoscenza di sé, imparando nuove modalità di gestire i propri vissuti e valorizzando le proprie capacità e punti di forza. Tutti elementi che impattano positivamente sulla nostra neuroplasticità. Ma come allenarla ogni giorno?
La neuroplasticità è massima durante i primi anni di vita e diminuisce gradualmente con l’invecchiamento. Tuttavia, non si arresta mai. A qualsiasi età, infatti, è possibile sfruttare questa proprietà per stimolare la nascita di nuovi circuiti cerebrali e combattere l’invecchiamento mentale. Ecco alcuni consigli pratici per allenare la plasticità ogni giorno:
Così come l’esercizio fisico, anche il training mentale ha bisogno di regolarità e costanza: cerca di mantenere attivo il tuo intelletto compiendo semplici esercizi mentali ogni giorno. Fai un cruciverba, tieni a mente la lista della spesa, prova a risolvere un indovinello: qualsiasi attività leggermente sfidante è un ottimo alleato per la nascita di nuove connessioni nel cervello. Cosa aspetti a scoprire la tua preferita?
L’attività fisica, in particolare l’esercizio aerobico, è in grado di stimolare la produzione del Fattore Neurotrofico Cerebrale (BDNF), proteina che incoraggia la crescita di nuovi neuroni e favorisce la plasticità. Il movimento è, dunque, un vero e proprio farmaco naturale che promuove la creazione di nuove connessioni nel cervello, incoraggiandolo a funzionare al massimo delle sue capacità. Trova lo sport o l’attività che fa per te!
La neuroplasticità è alla base di qualsiasi forma di apprendimento. Per favorirla e potenziarla è pertanto essenziale cercare di imparare sempre qualcosa di nuovo: dedicati a un piacevole hobby, leggi un libro interessante, fai nuove conoscenze. Non c’è limite alla quantità di esperienze che ti aspettano: lasciati ispirare e libera la tua curiosità!
Guglielman, Eleonora. (2014). Il cervello plastico. Fondamenti neurofisiologici e strategie efficaci per l’apprendimento permanente. Didamatica 2014, Napoli, 7-8-9 maggio, Atti del Convegno, pp. 339-347.
Fuchs, E., & Flügge, G. (2014). Adult neuroplasticity: More than 40 years of research. Neural Plasticity, 2014, 1–10. https://doi.org/10.1155/2014/541870
Latino, F. ., Fischetti, F. ., & Colella, D. . (2020). The influence of physical activity on school-age children’s cognitive function and academic performance: a review of the literature. Formazione & Insegnamento, 18(3), 124–134. https://doi.org/10.7346/-fei-XVIII-03-20_10
Questo articolo mi è piaciuto molto per l’esposizione semplice e chiara , intelligente, competente e stimolante. Complimenti dottoressa Clara Pizzolo, resto in attesa del suo prossimo articolo.
Grazie per questi ottimi consigli e, direi anche, belle notizie😊 Temo che molti giovani e giovanissimi forse stiano sotto utilizzando il proprio cervello a causa dell’uso inappropriato della tecnologia che potrebbe, al contrario, supportare e favorire la migliore crescita. Tante in più oggi sono le conoscenze e infinite le potenzialità che questo organo meraviglioso custodisce!