Il suono della risata di un bambino, un momento di sconforto, l’ansia prima di un colloquio di lavoro o il senso di leggerezza dei primi giorni al mare. Il filo conduttore che lega i momenti più salienti della nostra vita sono le emozioni.
Le emozioni, infatti, possono essere immaginate come una bussola: un termometro che segnala il nostro umore e stato d’animo, permettendo di orientarci tra pensieri, decisioni e comportamenti.
Che si tratti della sfera personale, professionale o relazionale, ogni giorno sperimentiamo vissuti e percezioni che colorano le nostre giornate e diventano parte della nostra storia.
Le emozioni sono una parte potente ed essenziale della natura umana. Immediate e istintive, coinvolgono il corpo, la mente e il comportamento. Sono profondamente radicate nella nostra specie: non a caso, si originano nell’amigdala, una delle strutture più arcaiche e primitive del nostro cervello.
Sebbene abbiano carattere universale, ogni persona vive le proprie emozioni in modo diverso, altamente personale e soggettivo. È del tutto normale, perciò, che dinanzi al medesimo stimolo due individui possano rispondere in modo unico e differente. Proprio per questo, la loro unicità ci caratterizza e ci contraddistingue, contribuendo a definire la nostra personalità.
È opinione comune ritenere che le emozioni si dividano in positive e negative; in realtà, hanno tutte lo stesso valore e non ne esistono di negative di per sé. Il carattere che gli attribuiamo dipende dal nostro giudizio e dall’interpretazione che abbiamo di esse. A tal proposito, la psicologia insegna che ogni emozione è positiva in quanto espressione di ciò che sentiamo e manifestazione di ciò che proviamo.
La capacità di prestare attenzione alle proprie emozioni e imparare a coglierne i segnali rappresenta perciò un’opportunità concreta per comprendere il nostro stato di benessere o malessere. Riconoscere le nostre emozioni è una risorsa chiave per prendersi cura di sé e migliorare le nostre relazioni personali e professionali. Accoglierle, ascoltarle e accettarle è il primo passo per farlo.
In psicologia, la capacità di gestire le emozioni prende il nome di intelligenza emotiva. A definirla, lo psicologo statunitense Daniel Goleman, indicandola a fine degli anni Novanta come la capacità di controllare gli impulsi e di modulare i pensieri, evitando così che la sofferenza ci impedisca di ragionare e permettendoci al contempo di essere empatici e di sperare.
Sviluppare una buona intelligenza emotiva non solo incide positivamente sul nostro benessere psicologico, ma comporta numerosi benefici anche per le relazioni affettive e lavorative.
In particolare, secondo Goleman vi sarebbero cinque pilastri fondamentali alla base dell’intelligenza emotiva:
Possiamo essere intelligenti in alcune di queste aree e più carenti in altre: ciascuna persona però ha il potere di potenziarle e applicarle alla propria quotidianità.
Come gestire vissuti e percezioni all’interno della propria sfera personale e professionale?
Ecco tre consigli pratici per farlo con consapevolezza:
Acquisire la capacità di “stare” a contatto con l’emozione e passare attraverso il suo corso fisiologico può essere un elemento prezioso per conoscere noi stessi e i nostri bisogni. Nel vivere le emozioni, proviamo a immaginarle, a personificarle e a guardale negli occhi. Facciamo una chiacchierata con ciò che proviamo, concretizzando nel momento presente i nostri sentimenti. Attività come la Mindfulness e pratiche di meditazione possono essere strumenti molto utili in questo. Non trascurare ciò che provi: dedica spazio e tempo alla consapevolezza di te e delle tue emozioni.
Riuscire a trovare la modalità più adatta per esprimere emozioni e sentimenti è fondamentale per il proprio benessere psicologico. Se per alcune persone parlare e raccontarsi può essere la via più semplice e naturale, altre potrebbero non trovarsi del tutto a proprio agio nel farlo. Scrivere, disegnare, suonare, muoversi: sono tante le alternative alla comunicazione verbale che permettono di liberare emozioni ed energia. Apri la mente e trovare il proprio modo per rielaborare sentimenti ed esperienze con creatività, chiarezza e fantasia.
Polarizzare lo spettro delle emozioni – accettando solo quelle percepite come positive – è tipico della nostra società. Un fenomeno che prende il nome di positività tossica, e che può essere fortemente dannoso per il nostro benessere psicologico.
Accetta e ad accogli con sincerità le tue emozioni, qualsiasi esse siano. Non idealizzare la realtà e non respingere od opprimere ciò che senti. La malinconia, la tristezza, l’ansia – tue e delle altre persone – sono ammesse. Diamo loro il giusto spazio senza timore o riverenze e quando serve, lasciamo pure libero sfogo alle lacrime.
Le nostre vulnerabilità, d’altronde, sono parte di noi. Normalizziamole insieme.
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