L’intervento psicologico può essere attivato su vari aspetti e contesti, uno di questi è quello dell’emergenza. La psicologia dell’emergenza è la branca della psicologia che studia e applica conoscenze e tecniche nell’ambito di incidenti particolarmente critici o maxi-emergenze che colpiscono la collettività.
L’emergenza che stiamo vivendo si inserisce in quelle che vengono definite “emergenze di sanità pubblica di rilevanza internazionale”. Ciò che contraddistingue il carattere emergenziale, in genere, è la natura inattesa dell’evento, il numero delle vittime e la percezione del rischio per la propria incolumità o per quella di persone a noi care. L’attuale pandemia oltre a queste ha delle caratteristiche peculiari date dal fatto che:
Le principali reazioni psico-fisiche a tutto questo possono essere comprensibilmente numerose. Esse possono esprimersi a livello emotivo, cognitivo, fisico e interpersonale. Tristezza, rabbia, frustrazione, perdita di speranza, paura, angoscia, ma anche senso di colpa ad esempio per chi sta apprezzando questo slow-down time; in questo momento possono essere compagne di viaggio del tutto normali. Sul piano cognitivo difficoltà di concentrazione e di focalizzazione, così come piccole imprecisioni o difficoltà mnemoniche possono essere altrettanto presenti. Sappiamo che “il corpo parla” e vivere una situazione ad alto impatto stressante può provocare cefalea, tachicardia, fame d’aria, nausea, difficoltà digestive o gastro-intestinali, dolori muscolari, contratture, sensazione di fatica o di estrema spossatezza. Ultimo ma non ultimo anche dal punto di vista interpersonale potremmo essere lievemente cambiati: suscettibilità, maggiore nervosismo e livelli di aggressività aumentati, come intolleranza e isolamento potrebbero essere alcune delle ripercussioni relazionali visibili.
Ciò che è importante fare in questa fase di emergenza (anche) psicologica è normalizzare, nei limiti di ciò che è accettabile, questo tipo di reazioni. Questo processo molto importante da compiere in momenti delicati e “traumatici” come quello attuale significa osservare ciò che stiamo sentendo indossando gli occhiali del contesto che stiamo vivendo. Probabilmente alcune di queste reazioni desterebbero la nostra preoccupazione in un momento di vita usuale e consueto ma di fronte a ciò che stiamo attraversando possiamo definirle normali reazioni ad un evento che di normale non ha proprio nulla. Ovviamente se questi “sintomi” reattivi superano una certa intensità e durata dobbiamo prendercene cura e ricercare un nuovo equilibrio.
Guido Morselli, scrittore italiano, scriveva: “negli uomini, non esiste veramente che una sola coerenza: quella delle loro contraddizioni”. Spesso nei momenti più stressanti della nostra vita finiamo per mettere in atto comportamenti del tutto incoerenti rispetto a ciò che il buon senso suggerirebbe. In momenti emergenziali e stressanti ecco che aumentano i livelli di abuso di alcol, nicotina e caffè, l’alimentazione vira su zuccheri e carboidrati e al movimento fisico preferiamo un buon film sul divano. Essendo lo stress anche un parametro fisiologico dovremmo occuparci anche della nostra salute fisica.
Come già detto in precedenza siamo esposti ad alti livelli di stress e di conseguenza ad emozioni di qualità principalmente negativa. Evitare di dare ascolto a tali emozioni potrebbe sembrare una strategia allettante. Al contrario in questo momento evitare di osservare e stare in ciò che c’è anche se spiacevole produrrà un effetto “contraddittorio” per cui se inizialmente potreste sentirvi sollevati in un secondo momento le angosce potrebbero arrivare con maggiore prepotenza o sotto forma di somatizzazione.
Uno degli aspetti peculiari di questa circostanza riguarda sicuramente l’impatto che il lockdown ha sull’aspetto del piacere. In questo momento di forte preoccupazione anche quelle “valvole di sfogo” utili a compensare momenti più difficili come un viaggio, una serata fuori, fare shopping o invitare gli amici a cena, ci sono negate. Sebbene sia importante entrare in contatto con le sensazioni negative, non trascuriamo l’importanza di regalarsi sensazioni piacevoli. Creare degli incontri con il piacere in questo momento oltretutto richiede una certa creatività , altra dimensione importantissima da sviluppare in un momento di sfida come questo.
Quindi armatevi di una sana creatività e cercate attività, svaghi, passioni ed esperienze che in questo momento siano in grado di stimolare emozioni piacevoli. Potreste ad esempio provare ad essere l’elemento piacevole per le persone per voi importanti, giocando sulla sorpresa e lo stupore o su forme di aiuto e beneficenza.
Se tutto questo non fosse sufficiente o provocasse la presa di consapevolezza di un disagio occorre affidarsi all’aiuto di un esperto, in grado di prendersi cura di questo momento di destabilizzazione.
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L’emergenza che stiamo attraversando può provocare reazioni, anche fastidiose dal punto di vista emotivo, cognitivo, fisico e interpersonale che entro una certa soglia possono essere del tutto normali. Riconoscere queste reazioni e “vederle” come normali rispetto a questa anormalità che ci circonda è il primo passo per ristabilire un equilibrio. Successivamente può essere utile ristabilire uno stile di vita sano, concedersi lo spazio per vivere quelle sensazioni negative e potersene quindi distaccare e riappropriarsi di piccoli momenti di piacere quotidiani.
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