Usiamo il termine Work Life Integration invece di Work Life Balance perché quest’ultimo evoca un’opposizione binaria tra lavoro e vita. In effetti, l’immagine tradizionale di una scala associata all’equilibrio vita / lavoro crea un senso di competizione tra i due elementi. Work-Life Integration invece è un approccio che crea più sinergie tra tutti gli ambiti che definiscono la “vita”: lavoro, casa, famiglia, comunità, benessere personale e salute.
La Berkley Haas School of Business dell’Università della California esplicita, con le suddette parole, il motivo di questo cambio culturale nell’approccio vita privata-vita lavorativa: non si può più parlare di ‘bilanciamento’ perché le due sfere di vita di ciascuno di noi non sono due elementi opposti. Piuttosto sono due realtà integrate che fanno parte dell’esperienza di vita di ciascuna persona.
Parlare quindi di un’integrazione tra la vita professionale e quella lavorativa è un cambiamento di paradigma importante per ciascuna azienda. Infatti le aziende sono chiamate a ripensare la propria Employee Experience proprio come un percorso rispettoso ed integrato nella vita di ogni persona che collabora con esse.
Tecnicamente con l’espressione work-life balance ci riferiamo all’equilibrio tra tempo dedicato al lavoro e quello dedicato alla vita privata, il tutto per riuscire a garantirci la nostra totale realizzazione nei vari ambiti, senza sacrificare nulla.
Mentre nella work-life integration si intende l’integrazione tra i vari aspetti e i vari impegni del singolo con un approccio più olistico. Una modalità che, in sostanza, permette a ognuno di noi di decidere quando concentrarsi e dedicare più tempo a un aspetto piuttosto che a un altro. Il tutto in assoluta libertà.
Il work-life balance oggi risulta essere un principio poco applicabile e che mal si fonde con il superamento della classica giornata lavorativa oraria delle 8 ore di lavoro. Questo perché progressivamente le realtà aziendali stanno comprendendo come i ritmi e le sfide da vincere nel mercato non possono più essere legate ad un mero fattore orario giornaliero, bensì sono molto più legate ad aspetti quali:
Il ruolo chiave per agire in questo contesto di trasformazione culturale ed organizzativa è ricoperto dall’HR che sempre più deve favorire un approccio olistico basato sui bisogni-sogni dei collaboratori aziendali, che devono incontrare e modellarsi con i bisogni-sogni dell’azienda. Per questo motivo serve una maggiore flessibilità di tempo e spazio. Non un contrasto di opposizione tra questi due elementi per trovare un equilibrio artificiale che non è più un valore aggiunto per le nuove generazioni.
In un passato non molto lontano, le aziende parlavano costantemente dell’importanza dell’equilibriotra vita privata e lavoro. Il termine comprendeva un concetto che considerava il lavoro come una parte dell’esperienza di un dipendente e interessi esterni come la famiglia, gli amici, gli hobby e la salute etc… L’obiettivo era garantire che il lavoro non portasse via troppo tempo alla vita fuori dall’ufficio, pur garantendo che le persone lavorassero al livello richiesto dai datori di lavoro.
Si è iniziato a parlare di “equilibrio vita-lavoro” negli anni ’70 e ’80, quando i baby boomer stressati si sono sforzati di raggiungere un equilibrio tra carriera, famiglia e altri settori della loro vita. Tuttavia, le mutevoli esperienze generazionali hanno incoraggiato gli HR manager a rivalutare il termine. Secondo Forbes, la Generazione X si è concentrata molto sull’aspetto dell’equilibrio, abbracciando le tendenze del lavoro a distanza per concentrarsi sulla famiglia e sul lavoro fuori dall’ufficio.
La separazione tra vita privata e vita professionale, cardine del work-life balance, inoltre, risulta non più sempre applicabile. Soprattutto nei confronti delle nuove generazioni che chiedono e cercano realtà aziendali che applicano i principi del lavoro agile e del work-life integration. Ne sono un esempio i risultati ottenuti dalla ricerca condotta da Spaces, secondo cui “il 67% tra i nati dopo il 1980 e il 55% tra i nati prima del 1964 sono convinti che il lavoro flessibile offra nuove opportunità aziendali e progettuali”. Ancora “l’84% dei millennials e il 75% dei baby boomers crede che grazie al lavoro flessibile le aziende possano reclutare e trattenere i talenti migliori”.
Proprio questo aspetto della talent acquisition diventa interessante per le imprese che sapranno approcciare al work-life integration anche da un punto di vista tecnologico.
Il work-life integration, quindi, è il modello che meglio rappresenta e soddisfa le esigenze in continuo cambiamento delle persone che costituiscono il mercato e la società odierna. E il compito delle imprese è quello di comprenderlo, modellarlo secondo la propria realtà e trasformarlo in cultura innovativa ed evolutiva interna.
L’integrazione nella vita lavorativa richiede il consenso sia degli individui che dei loro manager o organizzazioni. È una strada a doppio senso. Se le persone sono disposte a dedicare del tempo al di fuori dell’orario di ufficio tradizionale per le esigenze dell’organizzazione, i manager dovranno accettare e consentire che le esigenze personali vengano soddisfatte durante le normali 8 ore.
Di seguito qualche consiglio.
Ogni dipendente è diverso e quindi non bisogna adottare un approccio unico per tutti.
Le persone tendono ad avere esigenze diverse che vanno da modalità di lavoro flessibili, congedo per assistenza familiare a strutture per l’infanzia in loco. Condurre regolarmente un sondaggio a livello aziendale può aiutare a valutare le mutevoli esigenze di aziende e dipendenti. Di conseguenza, consentirà di ideare programmi efficaci per la vita lavorativa.
E’ necessario consentire ai dipendenti di impostare obiettivi SMART che possono essere monitorati e misurati dalle applicazioni del sistema di gestione delle prestazioni. Organizzare anche frequenti incontri individuali con i dipendenti è utile per monitorare le loro prestazioni e affrontare le loro preoccupazioni.
E’ fondamentale aiutare i dipendenti a concentrarsi sulle loro prestazioni non impiegando più ore ma offrendo più valore all’azienda.
È necessario promuovere la comunicazione in modo che le persone possano ricevere feedback e interazione in tempo reale a seconda delle necessità. Per costruire programmi di vita lavorativa sostenibili, è importante coltivare una cultura del lavoro positiva di fiducia e responsabilità.
Nello studio Doxa, commissionato da Mindwork a settembre 2020, emerge che il 44% dei lavoratori intervistati dichiara che la responsabilità e gli impegni di lavoro interferiscono con la propria vita privata e familiare. Il 22% dichiara che gli impegni familiari e la vita privata interferiscono con il proprio lavoro. Pertanto con il cambio di prospettiva, promuovendo quindi il work life integration, accettiamo il fatto che il lavoro impatterà sulla vita personale e anche un po’ di tempo personale sarà dedicato al lavoro.
Non si troverà un vero equilibrio tra lavoro e vita privata, ma si può sicuramente trovare un’armonia tra le due. L’integrazione vita-lavoro è in sostanza una versione migliore e aggiornata dell’equilibrio vita-lavoro. La necessità di flessibilità e adattabilità è più importante ora!
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Work-Life Balance vs Work-Life Integration, Is There Really A Difference?, Forbes
Switch – Work/life balance to work/life integration, Brent Barootes, TEDxBrentwoodCollegeSchool
Williams J. C., Berdahl J. L., Vandello J. A., Beyond Work-Life “Integration”, Annual Review of Psychology