Il legame tra la Persona e lo Spazio è studiato dalla Psicologia Ambientale, disciplina che analizza il modo in cui l’ambiente esterno plasma e influenza pensieri, comportamenti e vissuti emotivi. Per favorire un equilibrio ottimale tra vita personale e lavorativa, quindi, è importante studiare non solo i tempi, ma anche gli spazi di lavoro.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, che si celebra il 5 giugno, vediamo insieme qualche spunto pratico per favorire ogni giorno una gestione dello spazio a misura di benessere psicologico.
Un importante contributo nello studio degli spazi è fornito dal modello delle 4 C di Vanhoutte e Clapperton, che definisce gli spazi sulla base di 4 esigenze: collaborazione, concentrazione, comunicazione e contemplazione. Il modello invita a ridefinire i luoghi di lavoro rispondendo a queste domande: dove mi concentro meglio? Dove collaboro meglio? Quali luoghi favoriscono la comunicazione e quali, invece, la contemplazione?
Ne consegue una configurazione di spazi diversa per ognuno di noi: c’è chi trova la massima concentrazione alla propria scrivania di casa, chi predilige l’ufficio per la comunicazione e uno spazio aperto per la contemplazione, e così via. Nell’era del digitale e del lavoro ibrido, in cui i luoghi diventano fluidi e i confini meno definiti, è importante riconoscere le proprie esigenze personali e definire uno spazio di lavoro su misura per sé.
In Psicologia si parla di “riti di passaggio” per indicare quelle azioni che ci trasferiscono fisicamente – e quindi anche mentalmente – da un luogo ad un altro. L’atto di prendere un mezzo di trasporto al mattino per recarsi in ufficio ne è un esempio: durante il tragitto, la mente segue la traiettoria del corpo e gradualmente si sposta dalla dimensione domestica a quella lavorativa.
Quando lavoriamo da casa, però, questi riti vengono meno e lo spazio di lavoro coincide con quello del riposo e dello svago. Ecco che diventa importante costruire nuovi riti di passaggio nella propria quotidianità, cercando di spostarsi fisicamente durante il giorno: è sufficiente concedersi una passeggiata in pausa pranzo o un caffè al bar al mattino.
Per ottimizzare ancora di più il lavoro svolto da casa, inoltre, è bene riservare ad esso uno spazio specifico, che non si sovrapponga a quello di altre attività: evita, ove possibile, di lavorare a letto o sul tavolo da pranzo. In questo modo, per il cervello sarà più semplice associare quel luogo esclusivamente all’attività lavorativa con evidenti benefici sulla concentrazione e sulla performance. Sceglilo con cura, sulla base delle tue personali esigenze e necessità, ma ricorda: non dev’essere un unico posto! Puoi spostarti durante il giorno scegliendo, per esempio, la stanza che vi offre le migliori condizioni di luce e di temperatura. Questo processo di esplorazione non solo permette di valorizzare gli ambienti domestici, ma favorisce anche l’intuizione e il pensiero creativo.
Tra gli spazi di lavoro, infine, non può essere trascurato quello dell’ufficio. Luogo della socialità per eccellenza, l’ufficio è l’ambiente più indicato per stringere legami sociali, rafforzare le relazioni e favorire la collaborazione. I benefici sul nostro cervello sono molteplici, e a trarne vantaggio è ogni ambito della nostra vita – compreso quello lavorativo. Ecco che, quindi, è bene favorire quanto più possibile le occasioni di scambio vis-a-vis durante le giornate di lavoro in presenza. Dalle riunioni, ai brainstorming, alle procedure di on-boarding: favorire gli scambi sociali aumenta il senso di appartenenza e offre slancio alla creatività.
Nell’era del lavoro ibrido, dunque, è possibile trasformare lo spazio in un valido alleato a sostegno della propria produttività e del proprio benessere psicologico. Inizia subito!
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