Le nuove tecnologie hanno rivoluzionato, sicuramente in positivo, il nostro modo di lavorare, di studiare, di pensare, ma allo stesso tempo si sono sviluppate con esse anche delle vere e proprie patologie legate ad un uso eccessivo di internet e dei suoi servizi: lo shopping compulsivo in rete, il gioco d’azzardo, il trading on line, la dipendenza da informazioni ecc…
Negli ultimi anni i dispositivi digitali si sono diffusi a livello globale in modo rapido e capillare. Nel 2018 We Are Social (agenzia che raccoglie dati relativi all’utilizzo dei Social Network) ha rilevato come 4 miliardi di utenti siano ormai connessi ad internet.
In alcuni casi il web può diventare il fulcro della vita di una persona tanto da oscurare completamente la sua vita privata e lavorativa.
La dipendenza dai social media, è una dipendenza comportamentale caratterizzata da un impulso incontrollabile di accedere o utilizzare i social media, dedicandoci così tanto tempo e impegno da compromettere altre importanti aree della vita.
La dipendenza da social media ha dei tratti simili a qualsiasi altra dipedenza da uso di sostanze, tra cui:
A differenza del gioco d’azzardo, dell’uso di alcol e di droghe, la dipendenza dai social media sembra essere più innocua, ma è invece un problema in crescita che può compromettere il benessere della persona. Attraverso i social media si possono provare piacevoli sentimenti di fuga dalla vita reale (come avviene nelle altre dipendenze citate), ma mi preme sottolineare che non necessariamente tutte le esperienze on line sono da condannare se si utilizzano in modo consapevole.
Ogni volta che, per esempio, ritroviamo in rete le informazioni che cerchiamo, o se riceviamo notifiche dai social (come per esempio Facebook, Instagram e Twitter), il cervello rilascerà una quantità di dopamina: questo ci fa stare bene a livello chimico. È la “ricompensa” la ragione neurologica più importante e responsabile dell’uso compulsivo dei social network.
Sebbene non vi sia un riconoscimento medico ufficiale sulla dipendenza dai social media come malattia, l’abitudine negativa di un uso eccessivo dei social media è diventata oggetto di molte discussioni e ricerche.
Le conseguenze della dipendenza riguardano i seguenti ambiti:
Più aumentano le ore di collegamento in rete, maggiormente diminuisce il tempo da dedicare alla famiglia e alle persone care. In questo modo si incrinano e talvolta si rovinano i rapporti tra genitori e figli, tra coniugi e tra amici. La vita virtuale assume più importanza di quella reale e spesso anche le adempienze quotidiane vengono meno, come per esempio prendere i figli da scuola o preparare loro i pasti.
Senza dubbio da quando internet è entrato sia in ambito lavorativo che scolastico, ha migliorato la produttività con l’accesso immediato alle informazioni. D’altro canto, però, l’uso senza regola facilita sicuramente la dipendenza. L’eccessivo coinvolgimento nelle attività di rete distoglie l’attenzione dal lavoro e dalla scuola e, in caso di collegamenti prolungati anche durante le ore notturne, sconvolgono il regolare ciclo sonno-veglia con una conseguente stanchezza che inficia il rendimento scolastico e professionale.
La dipendenza da social media provoca numerosi problemi fisici che insorgono principalmente dal tempo speso davanti a smartphone o computer e dallo stile di vita sedentario:
La prevenzione è uno strumento utile per tutti e sicuramente quello più efficace, pertanto voglio dare qualche consiglio su come utilizzare al meglio i social media.
Uno dei fattori chiave per cui le persone stanno diventando dipendenti dai social media è perché sono spesso distratti dalle notifiche.
In effetti, le notifiche possono fungere da promemoria per gli utenti di controllare i loro telefoni o computer, pertanto, il modo più efficace per risolvere questo problema è disattivarle.
Oltre a disattivare le notifiche, un’altra cosa che puoi fare è limitare il tempo che passi sui social media.
Puoi decidere il tempo massimo di connessione o di connetterti solo in una determinata fascia oraria durante la giornata.
Questa tecnica può funzionare molto bene se ti attieni alla tua regola.
E’ importante integrare le attività on line con simili attività reali (es. acquisti, svaghi o relazioni sociali), poiché così la rete non si trasforma nell’unico strumento di relax ed evasione.
Inoltre, la socializzazione reale non deve mai essere sostituita da quella virtuale.
Chiediti cosa hai fatto durante la settimana e con quale attività trascorri la maggior parte del tuo tempo, dopodiché organizzati la settimana successiva con eventuali modifiche alla programmazione delle tue attività.
Porsi domande auto-riflessive è positivo perché ti consentono di monitorare e valutare il tuo tempo.
Se non riesci a controllare la tua necessità di collegarti alla rete, se la tua qualità di vita è compromessa e non riesci ad applicare da solo nessun cambiamento, chiedi aiuto ad uno psicologo. Il professionista saprà guidarti verso la “disintossicazione” dai social media.
E’ utopico pensare di poter fermare il progresso tecnologico e inutile condannare i social media. E’ invece utile e necessario aiutare le persone a farne un buon uso e utilizzarli per migliorare la qualità della propria vita.
R. Mela, La dipendenza da internet
P. Rigliano, Indipendenze. Alcool e cibo, farmaci e droghe, comportamenti di rischio e d’azzardo
Psicologia Contemporanea (Novembre/Dicembre 2018)
T. Cantelmi, M. Talli, Trapped in the web: The psycopatholgy
Cyberpsychology, Behavior and Social Networking